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"Un caffè con Robespierre"di Adriana Assini: un romanzo storico con occhi di donna
La presentazione in anteprima a Bruxelles, il 21 marzo, presso la libreria Piolalibri
11/03/2016, 13:28 | Arte e CulturaUn caffè con Robespierre di Adriana Assini (Scrittura & Scritture edizioni, romanzo storico, collana Voci, pp.192 euro 13,50 )
Adriana Assini vive e lavora a Roma. Acquerellista e scrittrice di romanzi storici di fama internazionale. Per Scrittura & Scritture, ha pubblicato Le rose di Cordova (2007), romanzo sulla figura di Giovanna La Pazza, giunto nel 2016 alla terza edizione con sei ristampe, tradotto anche in spagnolo. Un sorso di arsenico (2009), la
storia dell’avvelenatrice Giulia Tofana, di imminente riedizione nel 2016, Il mercante di zucchero (2011), sul capopopolo siciliano Gianluca Squarcialupo e La Riva Verde (2014) la storia della compagnia delle dame della Conocchia nel medioevo fiammingo.
Un caffè con Robespierre , l'ultimo suo romanzo, narra una vicenda ambientata tra Parigi e Napoli in un periodo denso di avvenimenti storici. È il 1793. Un tragico evento avviene in quell’anno, il 16 ottobre “a quell’ora, s’era consumato a piazza della
Rivoluzione[…] una Marie-Antoinette senza più titoli né scettro aveva offerto al boia il bel capo dai riccioli sgualciti” Cade la testa di una regina straniera mai amata dai francesi. Nella città sulla Senna sventola il tricolore della Repubblica, i Caffè brulicano di gente e di idee, e le piazze, teatro di balli e di feste popolari, si trasformano a volte in luoghi di supplizio, dove è Madame la ghigliottina a farla da padrona. Vigono la Legge dei Sospetti e il Terrore.
Attraverso il serrato confronto di una coppia, va in scena uno scorcio di Storia, carico di promesse e di eccessi, di glorie e di spine. Un tempo al servizio della fastosa corte di Versailles, l’irrequieta Manon, rinomata modista, e suo marito Bertrand, cuoco raffinato dal tratto elegante, vengono travolti dal nuovo corso degli eventi ritrovandosi sempre più estranei l’una all’altro: lui, ancorato al passato, fedele ai riti e ai dettami dell’Ancien Régime; lei, soggiogata dal fascino del credo
giacobino, attratta da quel mondo più libero e più equo predicato da Maximilien de Robespierre capo carismatico del governo rivoluzionario, che abita nel suo stesso quartiere, a due passi dalla sua casa. Quel Robespierre che “aveva ottenuto che l’istruzione fosse gratuita per tutti. Il suffragio universale, la riforma agraria, il calmieramento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità li aveva voluti proprio l’avvocato provinciale dall’eloquenza folgorante. Maximilien lavorava affinché gli interessi privati con quelli pubblici”
Tra le vie di Parigi si consuma anche la vicenda della chiusura dei Club femminili, volendo tappare la bocca alle cittadine più temerarie, eppure la Rivoluzione Francese avvenne anche con il putiferio sollevato dalle donne. E per questo che la modista Manon spera di portare la causa femminile all’attenzione di Robespierre…
Costretto a difficili prove, tra illusioni, speranze e colpi di scena, l’amore tra Manon e Bertrand corre sul filo di una corda, rischiando di finire nella polvere.
Il cuoco, inoltre, scoperto il tradimento della moglie con un giovane poeta dall’impeto giacobino, decide di allontanarsi da Parigi e mettersi al servizio dei Capeci a Napoli. Imparando a cucinare i piatti napoletani da Liborio D’Acunto, un capocuoco avanti negli anni, rinomato per essere anche il re del timballo di maccheroni.
E da questo momento la seconda parte del romanzo si sposta nel regno del Borbone, qui “governava Ferdinando il re “Nasone” ma a prendere le decisioni più importanti era la sua sposa, un’altra Asburgo, Maria Carolina.”
Attraverso le vicende dei due protagonisti dagli impeti e ideali apparentemente contrapposti, tra colpi di scena e imprevisti Adriana Assini riesce a costruire senza pedanteria e sforzi didattici un contesto storico e politico complesso in due luoghi:
A Parigi da una parte i moti Rivoluzionari che sfociavano in Terrore e repressione, ma dall’altra, con la sapiente mano di una romanziera, riabilita la figura di Robespierre, passato ingiustamente alla storia come un taglia teste ma di fatto “se si controllassero i registri, si scoprirebbe che la
maggioranza delle condanne a morte non reca la sua firma”. A Napoli dove i giacobini erano visti con sospetto e dove la Regina Carolina governava con pugno
deciso contro le idee rivoluzionarie che avevano portato alla fine della Monarchia e alla morte della sorella Marie-Antoinette. Non manca tutta una parte molto gradevole riservata alla gastronomia francese e napoletana e ai costumi del regno partenopeo.
Qui “regnava L’Austriaca Maria Carolina, che dopo la morte della sorella tuonava contro la Francia, scorgendo ovunque fantomatici segni di una congiura ai suoi danni. Aveva imposto una fitta censura per tema che il pericolo eversivo viaggi con la stampa. ….mentre il re Ferdinando, contava quanto il due di bastone. Prigioniero delle stesse superstizioni del popolino collezionava i corni rossi per difendersi dal malocchio”
Intanto a Napoli erutta il Vesuvio e a Parigi, Manon, impotente, assiste alla disfatta di Robespierre….cosa ne sarà dell’amore tra il raffinato chef e l’irrequieta Manon?