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Il sogno di ognuno di noi- Terramarina, il nuovo romanzo di Tea Ranno, di Annamaria Torroncelli
03/12/2020, 15:10 | Arte e Cultura
A Terramarina c’è la casa
In cui vivo quando
Non sono sveglia
E neppure dormo
Né luci né sfarzo per lei, solo quel panorama bello da levare il fiato, quello sgranellarsi di case lungo i fianchi della collina e il mare nero in fondo, la costa sparsa di luci come uno scampolo di metropoli che metropoli non era, ma ferrame d’industria che il buio…trasfigurava in terra di fiaba.
È la vigilia di Natale e Agata la Tabbacchera, sindaca rivoluzionaria a colpi di poesia e legalità, ha il cuore scuro. Le mancano il marito Costanzo, scomparso tragicamente quattro anni prima, e Andrea, il maresciallo di Torino che si è guadagnato un posto importante nella sua mente e nel suo cuore.
La neve e il freddo invitano a stare al caldo nelle case, al brillio delle luci della festa. Agata, invece, vuole, anzi pretende una vigilia solitaria e si prepara a vivere un Natale che per lei è solo Quaresima.
Ma quando una cusuzza livida , rossoviolacea, sporca di sangue, con un budello incrostato sul pancino arriva tra le braccia di don Bruno, il parroco del paese, il desiderio di Agata di trascorrere una vigilia solitaria svanisce all’improvviso e una luce preziosa inonda la sua vita e quella della sua straordinaria famiglia amicale.
…Tutti guardano il miracolo che si consuma davanti ai loro occhi. Agata si frastorna… altro che scuro e doglianza. “Accendete tutte le luci” dovrebbe dire, “facciamo festa, ché il dolore si cambiò in gioia ora che il Signore ci mandò questa figlia, ora che Natale è Natale per davvero
…Fuori campane a tinchitè, dentro un tepore ovattato, una luce soffusa a tutela del sonno di questa figlia scippata alla fame dei cani e al dolore di una madre che in questo momento sta buttando sangue chissà dove…
Questa la storia.
Terramarina è una favola di Natale, tenera e rassicurante, metafora della vita e dell’accoglienza, romanzo della maternità desiderata, voluta e ritrovata.
In una Sicilia senza tempo e raccontata in un contesto climaticamente inusuale, la coltre di neve che ricopre il paesaggio come manna salvifica è presagio di una futura e luminosa armonia, una sorta di intermediazione benevola tra Cielo e Terra.
Uno scenario da fiaba nordica che fa da contrappunto alle suggestioni mediterranee della passione: al calore sensuale fatto di volteggi di scialli e frange, fianchi generosi e occhi ammiccanti e a quello della fiamma dei fornelli e dei piatti della tradizione profumati di amore e di famiglia.
Con talento d’artista l’Autrice dipinge i profumi, i colori, i brividi della sua terra e ne trasforma i suoni in una vibrante partitura che accompagna il lento viaggio verso la meta agognata perché lunga e contorta è la strada che il destino piglia per portarti a Terramarina, l’approdo della speranza felice, il luogo del cuore, il profumo della casa, il sapore di una pietanza prelibata, lo sguardo o la voce di chi ci è caro.
Il robusto impianto narrativo permette al lettore di farsi travolgere, e con piacere profondo, dal turbinio dei tanti personaggi che affollano la scena senza mai smarrire la strada maestra godendo di sorrisi pieni e lacrime di commozione.
Le parole, attinte ad un lessico ricco e scelte con cura scrupolosa, diventano musica in quell’alternanza tra italiano e siciliano che aggiunge armonia all’armonia rappresentando un raro esempio di uso sapiente della lingua dialettale che lungi dall’appesantire il testo gli restituisce freschezza di espressione e calore di sentimento.
Una prosa che spicca nel panorama letterario contemporaneo per originalità di contenuti e attenzione alla parola nella sua essenza.
Semplicemente, narrazione fatta poesia.
Tea Ranno, Terramarina, Milano, Mondadori, 2020, Euro 18,50