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"Nient'altro che la verità, Leonardo Sciascia" di Bruni-Mazza alla Biblioteca Nazionale di Cosenza, di Elsa Baldinu
Il libro della Nemapress sarà protagonista di un webinar il 5 marzo aperto da Massimo De Buono, direttore della Bibloteca
03/03/2021, 18:53 | Arte e Cultura
A cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia, ecco un affresco multicolore, che accosta alle tinte di sempre sfumature inedite, talvolta in contrasto con il ritratto scolastico del personaggio. Frutto di una felice collaborazione, l’opera compendia le diverse anime di una personalità complessa, talvolta contraddittoria: gli autori guidano il lettore attraverso un iter pluridisciplinare, che abbraccia letteratura e poesia, politica e cronaca. È lo scoccare di una nuova mezzanotte, quando la magia esaurisce i suoi effetti, e la realtà si mostra nuda, finalmente autentica: il testo di Pierfranco Bruni e Mauro Mazza muove dalla verità, il solo criterio che Sciascia avrebbe approvato.
Ritroviamo qui lo Sciascia isolano, mai isolato, “un impasto di terra e mare” sotto un cielo cartesiano; l’osservatore zelante che scruta il continente dalla finestra sicula, l’uomo che ha coscienza del confine come punto di un fruttuoso incontro.
Ricordiamo lo Sciascia meridionale, mediterraneo; il siciliano legato, quasi vincolato alla propria terra, di cui si sente problematica estensione; lo Sciascia tassello di un grande mosaico, parte di un tutto più ampio, pronto a conciliare progresso e tradizione; il viaggiatore che, come Ulisse, salpa nostalgico, con il cuore in patria.
Apprezziamo lo Sciascia eretico, “oltre le convenzioni e le convinzioni”, che sgomita contro il senso comune, la sovraffollata via maestra; l’infaticabile ricercatore di alternative, libero nell’opinione, contro e fuori corrente; il pensatore critico ostile al conformismo, sostenitore di un’identità nazionale coesa - mai omogenea -, fautore di un’armonia corale fatta di voci, suoni, rumori.
Conosciamo lo Sciascia cultore del dubbio e del paradosso, della contraddizione coerente; il militante illuminista, fedele seguace della ratio, discepolo di una riflessione lucida, spesso istintiva; lo Sciascia “inattuale” perché fortemente radicato nella Storia del suo tempo, il “contemporaneo nella contemporaneità”, che abita il presente, con lo sguardo rivolto al passato e una gamba tesa verso il futuro.
Leggiamo lo Sciascia che vive e scrive, l’aforista “di poche parole, esigue battute”; il romanziere di influenze stendhaliane e pirandelliane, il poeta della metafora come chiave di lettura del mondo; lo scrittore dialogico, dei personaggi comuni, delle donne come “forza vitale” del racconto; l’amante del quotidiano, della piccola-Storia che sfugge alla grande, ma ne svela il senso più profondo.
Scopriamo il politico “impegnato, interventista, attivissimo sulla scena pubblica”; l’autore de Il giorno della civetta, colui che per primo ha scritto la mafia; lo Sciascia de L’Affaire Moro, dei “nomi e cognomi”, dentro e contro lo Stato; il promotore della “giustizia giusta”, dei fatti che contano, il cittadino dal “rispetto adorante per le leggi e per le regole”.
Valutiamo lo Sciascia del giudizio passionale, talvolta affrettato, che “nella foga, sbaglia bersaglio”; lo scettico dall’approccio laico, ma aperto al confronto; il simpatizzante comunista, sostenitore di operai, contadini, poveri; lo Sciascia impopolare, ma dalla parte del popolo.
Celebriamo, infine, lo Sciascia della verità che, aristotelicamente, prevale persino sugli affetti; il paladino dell’obiettività, della “falsità purificata”; l’uomo che si getta “fin dentro il pozzo” per dissolvere false credenze, lo Sciascia che si fa guidare da un’unica, preziosa e insostituibile bussola: la verità, tutta la verità, Nient’altro che la verità.
Pierfranco Bruni, Mauro Mazza, Nient'altro che la verità, Leonardo Sciascia ,
Nemapress edizioni, gennaio 2021, pag. 167, 20 euro