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La Reggia di Carditello, un Real Sito del Sud Italia

Tre secoli di storia del gioiello del Palazzo dei Borboni finalmente Bene dello Stato

09/07/2014, 18:34 | Arte e Cultura

Ci voleva la penna acuta, sensibile e soprattutto esperta di una storica come Nadia Verdile per ricostruire le vicende che vivono dentro le stanze della Reggia di Carditello, in provincia di Caserta.
Infatti il sottotitolo del libro appena pubblicato da Ventrella Edizioni, così recita: Tre secoli di Fasti e Feste, Furti ed Aste, Angeli e Redenzioni.  
La Reale tenuta di Carditello è un gioiello che i Borboni hanno prima vissuto e in seguito lasciato al Regno d’Italia e che solo recentemente è stato decretato “bene comune” per restituirlo alla fruizione  pubblica se non proprio a tutti gli antichi splendori.
L’autrice di questo saggio tra storia, guida culturale  e turistica, con penna da giornalista ma rigore di storica, ricostruisce le vicende legate alla costruzione ed alla vita di questa piccola reggia campestre, indagando sui personaggi che l’hanno abitata ad iniziare dai Borbone per finire con Tommaso Cestrone, l’allevatore che nel 2012 si prese carico del Real Sito ormai all’asta. La terra della famiglia del pastore Cestrone confinava con la Reggia e fin da piccolo lui passeggiava sui prati dell’emiciclo! Sembra quasi una favola, fortunatamente a lieto fine, quella rievocata dalla Verdile: il pastore Cestrone ripulisce dalle erbacce dell’abbandono la Reggia, la difende con al sua presenza e quella del suo gregge, dai ladri, subisce attentati incendiari, fino a morire la notte di Natale del 2013, proprio pochi giorni  prima che l’allora Ministro Bray salvasse la Real Reggia: “Il 9 gennaio, due settimane dopo la morte di Tommaso, il Real Sito divenne dello Stato”.
Il volume è corredato da ottimo servizio fotografico da cui si evince, per chi non ha avuto la fortuna di visitare Carditello, la magnificenza della Reggia e insieme la vergogna dell’abbandono e degrado in cui si era permesso che il Real Sito sprofondasse.
 La tenacia di Nadia Verdile, che da anni si dedica alla riscrittura della storia dei Borbone (importantissimo il suo libro-verità su Maria Luisa la duchessa infanta, Maria Pacini Fazzi Editore) ha restituito visibilità anche “cartacea” a questo gioiello dell’architettura del Sud che fa piazza pulita di molti ipocriti stereotipi culturali sul regno dei Borbone. Tragico il confronto con l’incuria contemporanea che si spera ormai superata.
Anche grazie all’opera di caparbia vigilanza di ricercatori e storici come Nadia Verdile, orgogliosa della sua terra che difende e valorizza con le armi della cultura.
 

Neria De Giovanni
Foto (1)

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