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Laila Cresta, una giallista per Sestri Levante

"La risacca", il terzo riuscito noir della scrittrice ligure

14/11/2016, 09:41 | Arte e Cultura

Per scrivere un buon romanzo giallo non basta avere uno, due morti assassinati, un acuto investigatore e un po’ di sesso… Il proliferarsi  di libri del genere noir  non è sempre sintomo di qualità letteraria, anzi. Il successo di pubblico sembra assicurato e quindi la scrittura troppo spesso risulta sciatta e approssimativa..
Fortunatamente tutto ciò non capita leggendo l’ultimo libro di  Laila Cresta, La risacca, simile a una foglia morta (Arduino Sacco Editore,pag.195, euro 17,90), alla piacevolezza della lettura e alla originalità dell’intreccio si unisce un eccellente utilizzo della nostra splendida lingua italiana, troppo spesso violentata da scriventi avventati.

Come il precedente romanzo della Cresta, “L’Albergo del Ragno”, anche questo “La risacca” è ambientato in Liguria, esattamente tra Sestri Levante e Genova, con una puntata a Montecarlo, per cui non è rischioso dire che la Liguria ha trovato la sua narratrice “noir” come Maurizio De Giovanni lo è per Napoli, Manzini per Roma,  ecc.
Ogni tanto anche i personaggi di Laila Cresta, come nelle migliori tradizioni giallistiche italiane da Montalbano in poi, si lasciano scappare qualche detto in genovese, qualche parola in dialetto (anche nel titolo dei capitoli)  che non appesantisce la narrazione ma dà un segno di veridicità a tutta la vicenda.
Con le descrizioni dei paesaggi, vuoi che sia il mare e  le spiagge di Sestri Levante o i quartieri del porto di Genova o le ricche vie di Monaco, Laila Cresta riesce a fare immergere il suo lettore nella vicenda senza che il sommario descrittivo prenda il sopravvento e diventi leziosamente da cartolina. E’ come assistere ad un buon film: ogni inquadratura è funzionale alla storia, non c’è niente di superfluo né di ridondante.

A raccontare la trama di un romanzo giallo si tradisce lo scrittore  e il suo lettore. Quindi non dirò che cosa scoprirà il giovane Cesco, Francesco Morelli, collaboratore dell’Università di Civitavecchia per la biologia marina,  che per primo ha visto il cadavere di un marinaio sciabordare sulla battigia, come una foglia morta, nella spiaggia di Ponente di Sestri Levante. Non dirò come si intreccia la sua conoscenza e poi la sua storia di sentimento e eros con Nilde , e neppure seguirò il maresciallo nel suo andare tra Genova e Monaco per cercare la verità.  Invece vorrei sottolineare che in questo suo terzo noir Laila Cresta mi pare abbia acquisito molta maturità di scrittura, donandoci una trama coinvolgente e soprattutto molto verosimile anche perchè il finale ci presenta un risvolto purtroppo  attuale, quale quello della tratta dei migranti nel nostro travagliato Mediterraneo.  

La scrittura di Laila Cresta sa ritrae con il medesimo realismo sia scene ambientate nel lusso dei panfili di Montecarlo, nei saloni luccicanti del Principato di Monaco, sia le povere camere di pensione dei marinai nei carruggi del porto.
Convincente anche la sua scrittura che delinea i personaggi, sono di meno di quanti agissero nel precedente “L’Albergo del Ragno”, ma a mio avviso meglio scontornati anche psicologicamente.
Il lettore così si può immedesimare nella ricerca di Cesco che insieme a Nilde vuole dare prima un nome e poi un perché alla morte del  giovane cadavere sulla risacca. E poi anche la storia tragica che sta dietro alla bella e disperata M.me de Forestier,  e poi la vita dissoluta e vuota del giovane Lucien,  e poi la “Margie star”, la nave col suo carico di mistero, e poi un commissario che non crede di essere infallibile ma lascia “indagare” anche i due ragazzi, seguendoli nell’ombra…

Insomma questo “La risacca” di Laila Cresta è proprio un bel libro: un bel regalo di Natale alle porte?

 

Neria De Giovanni
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