Parigi out: ridateci le Olimpiadi di Grecia 2004, di Neria De Giovanni

Pur non essendo sportiva, in queste terribili giornate di caldo quando il fresco del ventaglio sembra l’unica soluzione casalinga, non ho potuto non assistere a qualche gara delle Olimpiadi soprattutto perché mio figlio mi avvertiva che erano in competizione i nostri atleti italiani.
Troppe cose non mi son piaciute e penso che le Olimpiadi del 2024 saranno ricordate per essere state tra le più pacchiane, politicizzate e presuntuose degli ultimi anni.
Ovviamente mi riferisco all’apertura dei giochi che la prosopopea della grandeur francese ha voluto presentare al mondo intero come un maestoso spettacolo  tra i monumenti, i ponti dorati del lungo Senna. L’effetto, che io come molti altri spettatori televisivi ho potuto considerare, è quello di un enorme pagliacciata, un grottesco pride,  travestimenti osceni da fine dell’Impero, intendendo impero romano.
Come donna di cultura credo che avrebbero veramente potuto evitare la sconcezza  del banchetto dei travestiti per rispetto, se non alla religione cristiana perché pare stia diventando politicamente scorretto, almeno al riconosciuto genio di Leonardo Da Vinci che certamente con la sua “Ultima cena” non intendeva farne base scenografica.
 

Lascio ai commentatori sportivi il giudizio negativo su: l’ospitalità senza aria condizionata degli atleti e i menù vegetariani in nome di una esasperante visione ecologica che rispetta animali e piante più dell’uomo; l’aver fatto nuotare gli atleti in una Senna visibilmente e ovviamente inquinata in nome di una tracotante volontà di esibire i panorami cittadini parigini;  sul ring scontro ideologico a discapito delle atlete che ho il sospetto sia stata anche una cinica operazione pubblicitaria e mediatica. E ancora e ancora e ancora...
 

Ho nostalgia dei Giochi olimpici in Grecia del 2004, ideale edizione del centenario dalla prima delle Olimpiadi moderne di Atene 1896, quando con gran rispetto della tradizione e della cultura millenaria dalla quale questi giochi provengono, fui addirittura ospite del Governo greco con un Convegno su letteratura e sport, organizzato con la mia Associazione Internazionale Critici Letterari nel paese di Demostene a due passi da Atene. E la colomba della pace di Pablo Picasso fu il simbolo culturale, non stravolto, di tutte le gare..