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Berlinguer. La grande ambizione per un mondo migliore, di Massimo Milza

21/12/2024, 19:01 | Costume e società

Uscendo dal cinema dopo aver visto il film Berlinguer, la grande ambizione, mi è venuto in mente il monologo di Giorgio Gaber,Qualcuno era comunista, perché....” contenente una serie di motivi anche strampalati, per cui in quegli anni molti votavano Comunista; da chi lo faceva per tradizione di famiglia, a chi per contrasti in famiglia, a chi si atteggiava a progressista, a chi per essere à la page e a chi lo faceva per condizione sociale, a quanti sognavano un mondo più giusto, alcuni per antiamericanismo, altri per anticlericalismo, o perché glielo avevano detto, ecc...
Il film di Andrea Segre ripercorre anni cruciali del nostro Paese, attraverso l'immagine di un partito e del suo segretario, al quale riconosce un indubbio valore morale, ma senza ipocrite celebrazioni. C'è piuttosto ammirazione e rispetto per un uomo che ha vissuto con autentica convinzione il suo credo politico, inseguendo l'ideale di una via democratica al socialismo.
Ripercorrendo la vita di Berlinguer, 
interpretato magistralmente da Elio Germanoil film ci mostra anche spezzoni di quell' umanità varia ritratta da Gaber, quel variegato mondo di seguaci che sacrificavano il tempo libero in interminabili discussioni nell'attesa fideistica delle “sorti magnifiche e progressive” del socialismo.

Ma soprattutto c'è la figura di una persona schiva, moderata, erede di una tradizione culturale propria dell'isola dove è nato, che si concretizza nella ricerca del dialogo, della tolleranza, del compromesso, nel senso più nobile del termine, in ciò trovando un interlocutore ideale in Aldo Moro, erede della tradizione del cattolicesimo illuminato, uniti nell'intento di costruire una società più giusta e solidale. Peccato che la costruzione adombrata da questi due uomini, diversi per provenienza, ma uguali nella visione strategica e nella diffidenza esercitati nei rispettivi elettorati, sia rimasta incompiuta, proprio per la reazione e le resistenze opposte dagli ambienti più retrivi e reazionari di un mondo che ancora soffriva la divisione in due blocchi contrapposti che non ammettevano confusione nei rispettivi ambiti di appartenenza.
L'idea del compromesso storico segnerà la fine dell'ascesa alla gestione della cosa pubblica del PCI e determinerà il tragico destino di Aldo Moro. In Berlinguer - La grande ambizione c'è una fetta consistente della Storia italiana: la strage di Brescia, il referendum per l'abrogazione della legge sul divorzio, le lotte sindacali, le trame oscure e golpiste di apparati statali gaglioffi, il sessismo malcelato dei militanti di Sinistra e l'azione destabilizzante del  terrorismo fino al'omicidio Moro, una ferita dalla quale l'Italia, e Berlinguer, non si riprenderanno più.
Ma il mondo di oggi, nato dalla sconfitta del comunismo e dall'affermazione di un capitalismo sfrenato che accumula ricchezze e potere sproporzionati nelle mani di pochi (si calcola che dalla vittoria di Trump alle elezioni presidenziali in America, Elon Musk abbia aumentato la sua ricchezza, che ora ammonta all'intero PIL del Portogallo) ci lascia sgomenti al punto di rimpiangere l'ambizione che ha animato, pur tra contraddizioni e asperità, la lotta politica di quegli anni per una società più giusta e meno diseguale.
E' questa del resto una aspirazione profonda di ogni società e di ogni tempo e già si avvertono i segni di un cambiamento in atto per ritrovare la bussola di un nuovo ordine sociale
.

MASSIMO MILZA
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