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Figlia mia, che delusione! di Neria De Giovanni
Film lento e noioso, soldi pubblici spesi male ma splendide interpretazioni
26/02/2018, 13:35 | Musica e spettacolo
Quando si riaccendono le luci in sala il silenzio prende forma sul volto degli spettatori. Tutti ammutoliti. Annoiati ed increduli. Una ragazza accanto a me arrischia un commento: mi stavo addormentando!
Ma è l’unica voce in un mutismo assordante. Non il solito vociare, anche negativo e a volte persino entusiasta. Niente. Assolutamente niente.
Avevo scelto “Figlia mia”, il film di Laura Bispuri per averne letto recensioni molto elogiative sui quotidiani sardi.
E poi, al Festival di Berlino, “Figlia mia” era stato presentato con le due attrici protagoniste, Valeria Golino e Alba Rohrwacher e la piccola Sara Casu, algherese di 11 anni, vestite da uno stilista anch’esso sardo. E poi, a corona, la direttora della Film Commission della Sardegna.
Sì, perché il film viene pubblicizzato come girato nell’Isola. E isolani sono i canti che ogni tanto occuopano la scena, gli stagni di Cabras con gli allevamenti di anguille, le domus de janas di Villa Sant’Antonio, le campagne di Oliena. Un melange di paesaggi sardi, ma sfido chi sardo non sia a riconoscere gli splendidi luoghi marini e montani come indiscutibilmente sardi.
C’è anche una battuta di dialogo dove si dice che la piccola Vittoria, la figlia contesa tra due madri, è stata vista sul Supramonte, quindi vicino a Nuoro, mentre la bambina abita vicino ad Oristano…
Mi domando se gli sceneggiatori conoscano la Sardegna, se non loro almeno dovevano stare più attenti i tecnici della Film Commission...
Soldi pubblici spesi male, molto male per un film che è prova di grande bravura da parte soprattutto della folle madre naturale, interpretata da Alba Rohrwacher, e dalla ragazzina Sara-Vittoria. Ma non ho visto tutto quello che i troppi giornalisti e critici hanno voluto far credere.
Non c’è Sardegna, non c’è pathos in un’azione che confonde voci, animali e battute riprese da un audio molto deficitario.
E la prova del pubblico scarso e quasi irritato per i soldi mal spesi del biglietto, dovrebbe essere l’unico vero banco di prova per un film che tra i promotori nei titoli di apertura schiera anche la Film Commision del Lazio. Con buona pace della Regione Sardegna, del suo assessorato e dei soldi dei contribuenti…