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Assaggio n.16: MARIA ROSA CUTRUFELLI, "IL GIUDICE DELLE DONNE", MILANO, FRASSINELLI, 2016.
12/06/2016, 20:33Non esporti, per carità! Dammi retta: una donna che lavora, tanto più se maestra, è sempre sotto esame.
Io le ho raccontato del babbo, di quando gridava:”Vuoi un lavoro?Come no, ma prima devi attraversare l’arcobaleno!” perché da noi si dice che se attraversi l’arcobaleno puoi cambiare sesso, da donna che sei puoi diventare uomo e uscire di casa a tuo piacimento e lavorare senza problemi.
La scuola è la prima cosa, anche se oggi dobbiamo concentrarci sul voto. Su questo sono d’accordo:senza il voto siamo anime morte.
“Voglio andare a Roma, iscrivermi all’università e frequentare il corso della Montessori per le diplomate della Normale”. Fino a quel momento era stata solo un’idea dai contorni sfumati, ma appena mi è uscita di bocca, è diventata una cosa reale. Un programma.
Sullo sfondo di una provincia marchigiana di inizio secolo, ancora legata a realtà preunitarie, si profilano nuovi fermenti sociali e politici che portano dieci donne del luogo a chiedere di essere iscritte alle liste elettorali.
Il fatto, realmente accaduto, ha trovato nella penna della Cutrufelli uno strumento narrativo di abile delicatezza, capace di ribadire il ruolo della maestra elementare come punto di riferimento nelle società rurali e, più in generale, nella storia dell’emancipazione femminile.
Assegnate in località sperdute, impegnate in attività pionieristiche, sostenute solo dall’amore per la professione, le “maestrine” sono state un tassello fondamentale nella lunga lotta intrapresa dalle nostre antenate per il riconoscimento della parità dei diritti tra uomini e donne.
E la maestra Alessandra che con sensibilità e dedizione riesce a rompere l’isolamento della piccola Teresa, diventata muta in seguito ad un terribile choc, senza perdere di vista il suo programma di vita portandolo avanti con piglio e determinazione, ne è la testimonianza più alta.
Da leggere.