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Amare ad arte di Isaias Rodriguez, Edizioni Nemapress, alla Casa delle Letterature di Roma
Pubblichiamo l'intervento di apertura di Pierfranco Bruni, Vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani
08/11/2015, 13:08Una poesia “sparsa” tra gli scavi dell’anima e del testamento di un uomo. Mai un cenno di dissolvenza, ma sempre di “avvolgimento” nel gioco ad intreccio tra metafora e sublime, tra immagini e immaginario nel cerchio affascinante che lega la necessità di dire e il bisogno di non dimenticare.
La figura del padre è un incipit che segna il corollario di un vocabolario in cui l’allegoria incontra la pagina simbolica. Ma il simbolo deve sempre confrontarsi con quel processo che offre la realtà.
Così nella poesia di Isaias Rodriguez nella sua Antologia poetica “Amare ad Arte” nella elegante veste delle Edizioni Nemapress. Un’antologia che raccoglie una poesia che comprende un vasto arco temporale. Ovvero 1970 – 2014.
Nonostante la varietà delle stagioni, del tempo che è attraversamento di epoche, di vissuti in un articolato viaggio tra stazioni di esistenza l’antologia presenta la sua unitarietà e la sua coerenza. La traduzione e cura sono del bravo e attento poeta Antonio Mendoza, che ha fatto una scelta da vero poeta senza mai tradire sia il tradurre sia il corollario del paesaggio poetico stesso.
Il testo è diviso in quattro sezioni con un Prologo, proprio di Antonio Mendoza, nel quale Prologo propone delle precise chiavi di lettura. Ma Isaias Rodriguez è un vero poeta. Un poeta che cesella la parola grazie a due precise connotazioni: la percezione e la intuizione. Il poeta è l’immediatezza. Questa immediatezza nasce da un trascorso di tempo che si trasformano in un passaggio di memoria e il ricordare diventa non solo sensazione o sentimento, ma linguaggio.
Il linguaggio del senso vissuto. E tutto il suo vissuto, quello che comincia con la testimonianza del padre e tocca gli argini del dolore e dell’amore come fantasia e mistero, è dentro la parola. Anzi dentro quella parola che resta “a proposito” il fascinoso segreto del canto che si ascolta al suono della chitarra e nello sbattere delle onde di un mare che recita nostalgie.
Lorchiana o nerudiana questa poesia ha una sua omogeneità nel senso dentro il quale l’orizzonte del poeta si incastra tra gli spigoli di uno specchio. Lo specchio è il vero volto della poesia. Si combatte la buona battaglia e questa battaglia fatta di idee e di progetti è una recita della vita, ma la recita della vita è sempre, per un poeta, una visione di camminamento e il camminamento vive di due viaggi. Quello che va verso il centro dell’anima. Quello che va verso il disegno dell’estasi.
Pur nella sua dimensione tra modelli storici e realtà metafisica il poeta è il cantico di un sognatore. Infatti questa Antologia è la dimostrazione di ciò. Isaias Rodriguez è il poeta che recupera la dissolvenza della parola e del silenzio. È il poeta di una resistenza del linguaggio. Un linguaggio che, a volte, forte della sua lezione sudamericana, ha i contorni di un barocco in cui il segno è la manifestazione della vita e dell’amore nel ricamo di una interiorità onirica nella quale la memoria e la storia si incontrano.
Ma è l’amore che vince sempre. L’amore come incipit. L’amore come appendice. L’amore come definitivo destino. In questo solco mi sono trovato fortemente coinvolto tra i “paragrafi” e i “capitoli” poetici di Isaias Rodriguez.
Roma, Casa delle letterature, 10 novembre 2015