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I Poeti della Prima Guerra Mondiale: Giuseppe Ungaretti

Con la raccolta "Il porto sepolto" del 1916 inizia l'opera di uno dei massimi poeti italiani del '900

28/07/2014, 18:36

Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori lucchesi.

Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò l'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta l'Italia e la regione  da dove erano partiti i suoi genitori. A Parigi entrò in contatto con l’ambiente artistico-letterario internazionale conobbe Apollinaire, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque..
Nel 1913 morì l'amico d'infanzia Sceab, suicida  che condivideva con Ungaretti la stanza d’albergo. Nel 1916, all'interno della prima raccolta poetica, Il porto sepolto, verrà pubblicata la poesia a lui dedicata, In memoria.
In Francia Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, perfezionando le sue conoscenze letterarie e il suo stile poetico. Dopo qualche pubblicazione sulla rivista fiorentina Lacerba, decise di partire volontario per la Grande Guerra.
Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, Ungaretti partecipò alla campagna interventista e quando l’Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915, si arruolò volontario nel 19º reggimento di fanteria.
Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che, raccolte dall'amico, giovane ufficiale, Ettore Serra, vennero stampate in 80 copie presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto. Collaborava a quel tempo anche al giornale di trincea Sempre Avanti.

Sono particolarmente legata a questo poeta anche perché conservo di lui la raccolta dei Meridiani Mondatori con una splendida dedica con la immancabile penna ad inchiostro verde, che mi ha scritto nel febbraio del 1970, lui che morì qualche mese dopo, il 1 giugno 1970!

Ecco alcune delle sue poesie più famose scritte in trincea, con un cerino sul retro delle scatole dei fiammiferi, perché non aveva a portata di mano carta e penna..



Veglia
Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita


Fratelli
Mariano il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato

 

Soldati
Bosco di Courton luglio 1918

Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
 

Neria De Giovanni

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